MA alla fine mi sono ricordata di questo appuntamento e visto che ieri mi è arrivato il libricino da Mondadori con l’epilogo di Divergent, ho deciso di pescare l’estratto direttamente dalle pagine di We can be mended! 🙂
Christina ha ragione. Torno spesso al quartier generale degli Intrepidi, ma non scendo mai al Pozzo. Mi fermo alla sala delle simulazioni al pian terreno. Le mie scorte di siero si stanno esaurendo. Me ne rimane solo una manciata; una manciata di possibilità di superare le mie paure prima di smettere per sempre di sapere quali sono. Non so perchè trovo questo pensiero così spaventoso.
Forse è che in passato mi sembrava di non conoscermi e non voglio più sentirmi in quel modo. Ho trascorso tutta la mia vita curvo sotto il peso del grigio degli Abneganti e non voglio tornare indietro. Non voglio dipendere da fugaci intuizioni per andare avanti. Voglio sapere.
Ho ancora quattro paure. Sono diverse da quelle che avevo quando Tris è morta, cinque anni fa.
Nella prima volo sopra la città a bordo di un aereo che ha esaurito il carburante e precipito, senza alcuna possibilità di salvezza.
Nella seconda resto immobile mentre una forza oscura, di solito con i lineamenti di David o di Marcus, attacca le persone a cui voglio bene.
Nella terza provo un dolore a cui non c’è sollievo. L’unica cosa che posso fare è sopportarlo.
Nella quarta, lei muore.
Non ha senso temere il peggio quando il peggio è già accaduto. Non si può morire due vole, dopo tutto.
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