Vi ho un po’ incuriositi? Ebbene, immagino che dopo la mia entusiasta recensione avrete un pizzico di curiosità in più, soprattutto visto che alla mia personale opinione seguirà una breve intervista all’autore...ma ecco prima qualche informazione sul romanzo!
Titolo: L’ultimo spartano
Autore: Matteo Bruno
Editore: Leone Editore
Data di uscita: 22 Novembre 2017
Pagine: 350
Brossura: 13.90 € (Link Amazon)
“Questa è la storia di un mercenario, di un re e di una donna baciata dagli dei. è una vicenda di onore e di coraggio, di valore e di senso del dovere, ma anche di nefandezze, di turpi inganni e vili tradimenti. è la storia di un anello magico, di un popolo cocciuto ancorato a tradizioni ossidate dalla patina del tempo e di una conquista implacabile sospinta dall’avanzare della modernità.”
Un’intrigante avventura al fianco di Filocrate di Megalopoli, un protagonista dal carattere solitario e leale, forte e determinato, ma anche leggermente arrogante come un buon mercenario dev’essere. Coi suoi occhi e le sue parole si entra subito nel vivo dell’azione e in particolare degli intrighi militari e strategici in cui si ritrova immischiato, una tela di macchinazioni che lo porteranno a scoprire le sue origini e ad aprire il suo cuore.
Sullo sfondo, un’implacabile Grecia, soggiogata dal tiranno macedone, il grande Alessandro che per una volta è antagonista delle vicende. Ciò che infatti più mi ha incuriosita è stato il fatto di vivere la guerra da un altro punto di vista, conoscerne gli intrecci e le mosse del “nemico”. Come probabilmente non tutti saprete, ho un’adorazione smisurata per Alessandro Magno ed è la prima volta che mi ritrovo invece a fare il tifo per la controparte, non tanto per i persiani, quanto per i greci, quel popolo citato solo agli inizi dei racconti sulle grandi gesta del Conquistatore che tuttavia ho scoperto avere un punto di vista tutt’altro che solidale.
Ad arricchire la complessità della trama e il fascino della narrazione storica, Matteo Bruno utilizza uno stile per certi versi semplici e diretto che è però caratterizzato da particolari termini propri della contestualizzazione storica, come i nomi dei diversi indumenti o le definizioni militari riguardo alcuni eserciti in particolare, o ancora più affascinanti i richiami alle tradizioni. In particolare è Sparta che conosciamo, in un tempo lontano dalla famosa vittoria di Leonida e i trecento, in un momento in cui la grande dinastia di Eracle si trova a dover affrontare dei cambiamenti, accettare le innovazioni o estinguersi per orgoglio.
Come avrete capito, un’ambientazione perfettamente curata e una ricostruzione e rievocazione storica decisamente ben fatta. Un punto forte del romanzo che a mio parere ha dato quella marcia in più a una storia già molto appassionante. Anche questa volta, l’autore ci regala un vortice di guerra, potere e conquista trasportandoci nel passato di un grande popolo e facendoci vivere emozioni uniche e avventure impensabili.
Ed ora, ecco una breve intervista all’autore, Matteo Bruno, per chi fosse curioso di conoscerlo meglio…tre domande che ho scelto tra tutte quelle che avrei voluto porgli e che mi hanno molto incuriosita sugli altri suoi due romanzi e soprattutto su quelli in arrivo! 😉
Leggendo i tuoi romanzi si intuisce ad ogni parola la tua passione per la storia antica, quello che però mi incuriosisce molto è quale dei contesti storici che hanno ispirato i tuoi romanzi ti sta maggiormente a cuore, quale di questi è quello che più hai amato descrivere e approfondire, studiandone le tradizioni e incastrandoci le vite dei personaggi.
“Certamente le passioni per la storia e per la scrittura sono le molle principali che mi danno il carburante necessario a portare a termine l’impresa della stesura di un testo. La tua domanda è molto interessante e permette anche a me di riflettere su degli aspetti che sono solitamente trascurati. Devo dire che ho amato tutte le mie ambientazioni, ciascuna delle quali ha costituito per me un vero e proprio viaggio nel tempo e nello spazio, però per venire finalmente alla risposta, direi quella di Dodici Città. Forse perché è stata la prima in cui mi sono immerso totalmente, o forse perché in essa ho descritto luoghi a me molto cari e familiari, immaginandoli così come dovevano apparire 2500 anni fa. Parlo in particolar modo della mia città (Perusna, in etrusco) del lago Trasimeno e della mitica leggenda d’amore ad esso collegata. È stato davvero emozionante”.
Parlando di personaggi, i protagonisti dei romanzi che hai scritto sono tutti bene o male degli eroi, con i loro punti deboli ma soprattutto con il loro estremo valore, ma ognuno con un proprio passato e una propria coscienza, ebbene, con quale personaggio di quelli che hai approfondito maggiormente, costruendone l’essenza attraverso le parole, ti sei maggiormente trovato in sintonia?
“Splendida domanda anche questa. A differenza di quanto detto sopra, il protagonista di Dodici Città – Dardano – è probabilmente quello con cui sento minor empatia a livello personale. Tra gli altri devo dire che Filocrate di Megalopoli (o Filocrate l’Immortale, come ben presto si farà chiamare nel prosieguo della storia), ossia l’ultimo spartano che rimarrà sul campo, spicca di una spanna su tutti. Ebbene sì: mi piacciono i protagonisti poco ortodossi”.
Dopo aver esplorato il Nuovo Mondo, le civiltà etrusche, le origini della Magna Grecia e con quest’ultimo romanzo il Peloponneso, quale sarà la prossima ambientazione storica in cui trasporterai i tuoi lettori?
“Ad essere sincero non lo so! O meglio, posso affermare che per il momento tralascerò il mondo antico poiché, dopo L’Ultimo Spartano, ho scritto due altri manoscritti, l’uno di ambientazione tardo-medioevale e l’altro di ambientazione ottocentesca. Quale di questi vedrà la luce per primo però non so dirlo”.
4 Commento
Mi piacciono molto i romanzi storici, quindi lo aggiungo alla mia lista 🙂
Ciao Ilaria! Questo decisamente merita, spero ti piacerà! 🙂
Caspita, lo leggerò volentieri !
Fammi sapere che ne pensi! 😉