Titolo: La macchina del tempo
Autore: H.G. Wells
Editore: Fanucci Editore
Data di uscita: 26 Gennaio 2017
Prima pubblicazione: 1895
Pagine: 170
Rilegato: 10.00 € (Link d’acquisto)
La storia per chi non la conoscesse vede come protagonista un uomo benestante di fine ottocento che di tecnica e ingegneria ne ha fatto un hobby. Il suo progetto è qualcosa di inaudito e con un modello riesce una sera a stupire una cerchia ristretta di amici invitati a cena, presentando per la prima volta la Macchina del Tempo. Un marchingegno fatto di leve e ingranaggi che quasi sembra un giocattolo ma che porterà il Viaggiatore del Tempo a conoscere un amaro futuro.
Il suo primo viaggio è infatti tanto rivelatorio quanto scioccante ed è proprio il racconto di quei giorni, in un futuro lontano centinaia di migliaia di anni, il protagonista della narrazione che si compone per la maggior parte da un lungo monologo dello stesso Viaggiatore del Tempo.
L’uomo narra ai suoi amici di incredibili meraviglie tecnologiche, di un mondo tanto ben costruito da lasciare l’uomo libero di dedicarsi ai meri piaceri della vita, eppure è un futuro in cui grazie a tutte quelle tecnologie la stessa umanità ha perso le capacità più banali di comprendonio e ha subito una scissione della specie che potrà portare ad una nuova inquietante rivoluzione.
Ancora una volta, di fronte al fascino della fantascienza, Wells trova spazio per la critica sociale, per le proprie riflessioni sull’uomo e sul suo comportamento, in questo caso sulla sua inevitabile evoluzione.
So che il mio amico – e la questione era stata discussa fra noi molto tempo prima che la Macchina del Tempo fosse costruita – pensava con tristezza al progresso dell’umanità, e non vedeva nella crescente ricchezza della civiltà che un assurdo accumulare inevitabilmente destinato, alla fine, a ricadere sui suoi creatori e a distruggerli. Se è così, non ci resta che vivere come se così non fosse.
Una riflessione tutt’altro che superata, che suscita a sua volta nuovi pensieri e dubbi sulla realtà che viviamo e su dove questa possa portarci, eppure tutto questo si mescola a meraviglia nelle parole dell’autore che delinea con precisione l’ambientazione grazie ad efficaci descrizioni capaci di lasciare senza parole. Lo stile è infatti semplice ma ammaliante, tanto da rendere scorrevole la coraggiosa scelta della narrazione attraverso monologo.
Un libro quindi che ho letto con leggerezza, ma anche con una nota critica di riflessione su alcuni aspetti che mi sono sembrati fin troppo attuali. Un romanzo con cui Wells pone nuove osservazioni sulla natura umana, così come suggerisce nuovi confini della scienza rivelandosi ancora una volta un uomo dalla grande passione scientifica.
Tuttavia, pur essendo un libro tanto affascinante, La macchina del tempo si pone a mio parere un gradino sotto La guerra dei mondi, proprio per la mancanza di tecnicismi, per la minor intensità psicologica ed emozionale e per quel finale aperto che prelude a grandi avventure, ma che non mi è sembrata una degna conclusione per un libro tanto appassionante e ricco di spunti riflessivi.
4 Commento
Ho letto un libro in cui l'autore ha una profonda inclinazione per Wells. Da allora ha incuriosito anche me, e se ne avrò occasione lo leggerò anch'io ☺
Ciao! Mi incuriosisci, di che libro si tratta?
Personalmene adoro Wells, perciò non posso evitare di consigliartelo…spero, quando lo leggerai, che ti possa piacere! 🙂
Questo libro mi ispira molto, una tematica davvero affascinante.
Lo è davvero, spero lo leggerai! 🙂