Quello di cui vi parlerò in questo post è un tema molto particolare e soprattutto importante, che nel corso di questa storia si è fatto spazio, tra pensieri e riflessioni che hanno arricchito la lettura ed ampliato la mia visione della realtà. Ma prima di inerpicarmi in chiacchiere, vi lascio qualche informazione sul libro, seguita da una mia personale riflessione sulla DIVERSITÀ che la lettura mi ha suscitato.
Titolo: La teoria imperfetta dell’amore
Autore: Julie Buxbaum
Editore: DeAgostini
Data di uscita: 4 Settembre 2018
Pagine: 380
Rilegato: 14.90 € E. book: 6.99 €
Dove comprarlo: Amazon – IBS
«Che cosa dobbiamo fare con te?» mi chiede. Mi si stringe lo stomaco. Il primo anno, quando a scuola mi trovavo nei guai su base bisettimanale, la preside Hoch faceva sempre questa domanda, che è sia idiomatica che retorica. Che cosa dobbiamo fare con te? Come se fossi un lavoro di gruppo. Per una volta mi piacerebbe che la risposta fosse: nulla. Per una volta mi piacerebbe che la risposta fosse: vai bene così come sei. Per una volta mi piacerebbe che, prima di tutto, questa domanda non venisse fatta.
Per chi non è un vero outdsider è facile distaccarsi dal problema, per David invece la realtà è quasi indistricabile dalle domande che gli sorgono spontanee. La sindrome di Asperger non gli permette di distinguere chiaramente la verità dal sarcasmo, gli amici dai nemici ed è in un quaderno che nel tempo ha appuntato le regole sociali e relazionali da non dimenticare, annotando la lista delle persone di cui fidarsi e quella di chi invece non gli sarà mai amico.
Smetto di ascoltare. No, non si può risolvere. Lo capisco. Leggere il mio quaderno è come aprire il mio cervello ed esporre al mondo indifferente tutte le parti che non hanno senso. Le parti che mi rendono uno svitato o un idiota o uno sfigato o qualunque parola le persone vogliano affibbiarmi. Le parti che per loro mi rendono diverso. Le parti che mi rendono me.
Nella sua realtà fatta di pensieri, l’arrivo di Kit è davvero inaspettato e la ragazza diventa per David un vero e proprio rompicapo. Il suo dilemma tra l’essere sé stesso e il voler piacere agli altri inizia a farsi sentire, perchè per Kit lui vorrebbe essere il ragazzo perfetto, ma non può e non vuole distaccarsi dalla sua routine, dal suo essere strano in senso buono, perchè lui non sa fingere, non sa mentire, ed è questa sincera ingenuità a renderlo in realtà speciale.
Speciale in senso buono. Speciale e diverso, una diversità che gli permette di vedere il mondo come bianco o nero, che lo rende un buon osservatore, un ascoltatore, uno scienziato alla scoperta di ciò che lo circonda, soprattutto alla ricerca di ciò che è misurabile, lontano dalle emozioni, comprensibile.
Eppure sono le emozioni a tirare fuori il meglio di lui, e sono le emozioni a lasciare uno spiraglio nel mondo di Kit per vedere davvero chi è David Drucker.
«Hai tutta l’aria di essere figlia unica.»«Non riesco a decidere se sia un insulto o un complimento.»«Nessuno dei due. È un’osservazione. Ho sempre pensato che sarei stato ancora più solo, se non avessi una sorella.»«Stai dicendo che sembro sola?» Parlare con David Drucker è così. Si va dritto al punto. Non importa se siamo in una farmacia, circondati da assorbenti e creme per bruciori intimi. Siamo buoni compagni di conversazione, credo: io ho dimenticato l’arte delle chiacchiere inutili fatte per riempire i silenzi e lui non l’ha mai imparata.«No, non proprio. Ma c’è una strana quiete in te. Se fossi un’onda radio, avresti le tue personalissime frequenze. Il che ti isola, visto che non penso che riescano a sentirti tutti.» Sta parlando ai miei piedi ma poi, all’improvviso, alza lo sguardo e mi fissa negli occhi. Il contatto visivo sembra crudo e intimo, e mi vengono i brividi. Sbatto le palpebre per prima. «Sì, insomma, hai anche tante altre onde, tutte quelle frequenze generalmente condivise, quelle che soprattutto a me mancano, ma le onde più importanti, quelle essenziali, sono quelle più difficili da decifrare per le altre persone. In ogni modo questa è la mia teoria.» Non so che cosa rispondere. David Drucker ha una teoria sulle mie onde radio metaforiche.
Il dramma di Kit la rende vulnerabile e diversa, per la prima volta in vita sua. Conoscere David diventa una sorta di ancora e pian piano il loro rapporto fatto di sincere verità si trasforma in pura complicità. Non è David a dover cambiare, ma è Kit a conoscere il mondo dagli occhi del ragazzo e quella visione inizia a darle completezza, come se ciò che la circonda fosse stato semplicemente coperto da un velo che d’improvviso è scivolato via, ed ora è tutto finalmente a fuoco.
Lo scontro col diverso è in questo caso una salvezza, una doccia d’acqua gelata che nonostante tutto ha un che di piacevole.
Certo, David è persino più imbarazzante di quanto credessi. Okay, non solo imbarazzante, anche profondamente diverso. Talmente inconsapevole delle norme sociali da dover tenere un quaderno per tenerle a mente, come uno studente Erasmus da Marte. Ma chi se ne frega? Se qualcuno pubblicasse le pagine del mio diario – che comincio a prendere in considerazione l’idea di bruciare nel momento esatto in cui arriverò a casa – anche lì ci sarebbe della roba strana. Mi viene in mente la frase preferita di mio padre: Chi è senza peccato scagli la prima pietra.
Guardando le cose più da vicino, con gli occhi del diverso, la diversità è in realtà ovunque, sotto ogni strato delle maschere che le masse portano ogni giorno, che tutti indossiamo ogni mattina. La teoria imperfetta dell’amore è un libro che estorce dal lettore ogni sorta di riflessione sull’argomento, smembrando ogni suo aspetto attraverso la voce di David e le osservazioni di Kit. Una visione a più POV su un termine che alla fine non ha quasi senso di esistere riferito alle persone, se solo ci sforzassimo di vedere chi ci circonda con semplicità, senza pregiudizi ed etichette, perchè tolte quelle siamo tutti unici nella nostra diversità.
Se tutti insieme saltassimo fuori dalle nostre scatole e facessimo a pezzi le nostre stupide etichette? Chi scopriremmo?
Ed è con questo semplice e complesso quesito che vi lascio, uno dei tanti che mi ha distratta dalla lettura di questo libro per farmi inerpicare in riflessioni indistricabili dalla realtà che ogni giorno viviamo, osservazioni del mondo che però sembrano rimanere in un substrato permanente se non ci si concentra a riflettere su di esse.
Prima di salutarvi però, voglio lasciarvi il calendario dell’evento e se ancora non lo avete vi consiglio di recuperare le tappe precedenti perchè La teoria imperfetta dell’amore merita davvero di essere letto, scoperto ed amato, per la sua profonda e sincera intensità.
14 Commento
Che bel post Francesca, mi sono emozionata
Ne sono contenta, Chiara! Direi che il libro è una grande ispirazione per ogni tipo di riflessione sull'argomento..! 🙂
Tappa davvero emozionante, grande Franci!! Complimenti ❤️
Grazie Ely! <3
Bellissime le parole che hai scelto. Il libro stesso è meraviglioso
Verissimo! Personalmente credo sia il libro più bello che ho letto quest'anno, scorrevole ma intenso, ricco di riflessioni implicite e schietto nella sua ingenuità! 🙂
Questa tappa è semplicemente fantastica e se non avessi già letto il romanzo lo farei ora!
Spero abbia lo stesso effetto su chi ancora non lo ha letto, allora! 😉
Direi che è abbastanza evidente quanto questo libro ti abbia coinvolta. Una bellissima tappa, questa storia è davvero bella anche a me è piaciuta moltissimo
Coinvolta è dir poco, mi è davvero piaciuto molto e nonostante lo abbia letto davvero in pochissimo tempo è come se conoscessi David e Kit da una vita…Una storia bellissima, sì!
Che bellissima recensione 😍 Non vedo l'ora di leggere questo libro!
Quando succederà, fammi sapere che ne pensi…scommetto che lo adorerai, ma sono curiosa di conoscere la tua opinione! 😉
"La diversità è in realtà ovunque", hai ragione e questa tappa è davvero fantastica ed emozionante!
Ti ringrazio Deb, ma direi che sono stati il libro e la storia di David e Kit ad avermi illuminata sull'argomento, aprendomi una visione che non avrei mai considerato altrimenti. Una bellissima lettura, insomma! 🙂