Titolo: Ti faranno del male
Autore: Andrea Ferrari
Editore: Edizioni Leucotea
Data di uscita: 29 Marzo 2017
Pagine: 106
Rilegato: 12.90 € E-book: 5.99 €
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Inaspettatamente la storia ci travolge in un mondo oscuro e angoscioso, attraverso le parole del protagonista che in prima persona, come fosse un diario, narra ciò che gli accade in un periodo che più buio non si può. Ma come la sinossi suggerisce, al peggio non c’è mai fine e se può andare per il verso sbagliato, la vita lo farà. Questo è ciò che avviene nel corso del romanzo, un continuo sali e scendi di periodi neri che trasportano il protagonista da una cupa follia quasi irrazionale ad una profonda depressione e disillusione.
Le vicende, che sembrano assumere per certi versi una sorta di trasposizione auto-biografica da parte dell’autore, sono coinvolgenti e sempre più appassionanti, non tanto per l’emozione condivisa, quanto per la semplice curiosità e per quell’innato senso di fare il tifo per il protagonista, perchè per una volta riesca a trovare la felicità, nonostante il suo carattere e le sue parole spesso sconcertanti.
“Il libro che avevo scritto era inventato dei dettagli, ma riportava fatti in parte accaduti realmente e sentimenti umani veritieri. Quando lo scrissi, ci ributtai dentro tutta la rabbia e l’odio strisciante che provavo all’epoca, per questi fui pubblicato. Era un’opera d’arte underground, che sapeva di marcio, di disillusione, di false speranze”.
Il personaggio di Andrea è infatti uno di quelli che non si possono amare subito, né forse col tempo, ma è un protagonista vero, una voce che sembra quasi reale. Conoscendo la sua storia, riusciamo a capire pian piano non solo i meccanismi delle vicende in cui rimane imbrigliato ogni volta, ma la sua stessa natura di outsider, oltre ad entrare lentamente in sintonia con quella visione non solo pessimista, ma anche fuori dai normali schemi.
Ciò che poi mi ha molto colpita di questo libro è quanto mi abbia aperto gli occhi, facendomi entrare nell’ottica di una totale disillusione da ciò che possono essere le dinamiche della vita. Personalmente in effetti sono una persona estremamente ottimista (forse troppo), quindi potete immaginare quanto possa essere stato difficoltoso per me immedesimarmi in Andrea e capirlo come personaggio e persona. Quanto sia stato poi sorprendente scoprire che dopotutto Andrea non riuscisse a tirarsi su non solo per le proprie scelte, giuste o sbagliate che fossero, ma per un proprio blocco, una propria irremovibile sofferenza interiore.
“Non parlai con nessuno, ero ormai timido, introverso, imbranato e traumatizzato. Non credevo come fosse possibile che le persone crescendo e invecchiando continuassero ad aprirsi e a discutere tra di loro, io a forza di traumi ero diventato cupo e chiuso in me stesso”.
Nel momento in cui mi sono resa conto di questo carattere connaturato, il libro ha assunto un senso. Ammetto che non è stato troppo avanti con la lettura, perchè lo stile dell’autore, per quanto inizialmente mi desse quasi l’orticaria per le numerose volgarità, è a dir poco efficace. La scelta di dare una voce iconica al protagonista ha fatto sì che il linguaggio rispecchiasse in ogni situazione lo stato d’animo di Andrea, dando maggior enfasi all’emotività e all’irriducibile angoscia che traspare da ogni sua azione. Tutto ciò accentuato da un cambio di registro all’evolvere di Andrea, tra alti e bassi, linguaggi neutri e volgari.
Ti faranno del male è quindi un libro che mi ha colpita nel profondo, una storia dal carattere disfattista, ma così naturale che sembra quasi di non aver guardato la realtà con maggiore attenzione. L’evoluzione del protagonista e la scelta dell’autore di non optare per un finale tipico hanno reso di valore una storia che altrimenti sarebbe sembrata unicamente cinica e pedante, un percorso quindi che dona al lettore spunti di riflessione e una nuova visione su una vicenda dai contorni fin troppo definiti.
La mia valutazione è un pieno e abbondante 4/5, ma c’è un fattore che mi ha davvero fatto storcere il naso, ovvero il titolo. Il concetto è chiaro, coerente con la storia, ma credo che dopotutto non dia assolutamente idea di cosa possa nascondersi dietro quella copertina. Con una cover così scarna, per l’appunto, il titolo è a mio parere essenziale, deve poter catturare l’attenzione e trasmettere l’intensità di ciò che è il contenuto del libro. La verità è che potrebbe perdersi con altri mille titoli, e per come so che è fatto il libro ora che l’ho letto, non credo meriti un destino simile.
2 Commento
Anch'io ho avuto l'opportunità di leggerlo, e come te mi è piaciuto molto. Nonostante la sua brevità è una lettera toccante e profonda ☺
Confermo, è un libro a dir poco sorprendente! 🙂