Titolo: Il silenzio dei miei passi
Autore: Claudio Pelizzeni
Editore: Sperling & Kupfer
Data di uscita: 14 Maggio 2019
Pagine: 260
Cartaceo: 16.90 € | E-book: 9.99 €
CLAUDIO PELIZZENI Nato nel 1981 a Codogno, è cresciuto a Piacenza. Laureatosi alla Bocconi, ha lavorato per quasi dieci anni in vari istituti creditizi a Milano prima di licenziarsi per fare il giro del mondo senza aerei. Durante il viaggio, ha lanciato il blog Trip Therapy e i suoi video sono diventati virali sul web. Al suo ritorno ha pubblicato il racconto di quell’avventura: L’orizzonte, ogni giorno, un po’ più in là, che ha riscosso subito un grande successo ed è oggi uno dei libri più amati nella narrativa di viaggio. Da allora, viaggiare è per Claudio non solo una passione, ma la vita stessa.
Il silenzio dei miei passi è un diario di viaggio, ma soprattutto è un’avventura ricca di sentimento, passione e sofferenza. Come si dice, non è la meta che conta, ma il viaggio e in questo caso direi che il detto calza a pennello perché attraverso le parole di Claudio riusciamo a sentire tutto il peso e l’importanza del tempo e del percorso. Quasi 2000 km di cammino che già a scriverli spaventano tantissimo, eppure Claudio li ha affrontati con una determinazione implacabile, e cosa ancora più ammirevole lo ha fatto in silenzio.
Il voto di silenzio è forse ciò che più mi ha colpita perché ci vuole un grande coraggio a mettere sulle spalle uno zaino e partire per un viaggio come quello di Claudio, ma credo serva ancora più fegato a dare totalmente spazio alle parole degli altri nel mondo di oggi, ai rumori del caos che ci circonda. Ma è anche vero che non avrebbe potuto scegliere momento migliore per questa sua decisione, perché se il cammino in sé è già estremamente forte come esperienza, sicuramente un grande stimolo al cambiamento, il silenzio da tutto lo spazio necessario a una simile sfida.
In un viaggio a piedi come quello di Claudio verso Santiago di Compostela ci sono ostacoli che comportano necessariamente un’evoluzione di sé stessi, e il silenzio permette di accettare questi cambiamenti e di avere il tempo per riflettere, comprendendoli appieno. O almeno è ciò che ho immaginato stesse succedendo a Claudio mentre leggevo la sua avventura.
Quello che so però è che nel silenzio si possono ascoltare i propri pensieri, il proprio corpo, ciò che ruota attorno. Il silenzio è esso stesso una presenza prepotente, uno di quegli elementi della vita che una volta osservati è difficile cacciare. In questo caso Claudio ha cercato il proprio silenzio, lasciando che questa esperienza diventasse quasi viscerale, e alla fine lo è stata anche per me.
In effetti è stata una lettura più intensa di quel che avrei mai potuto pensare di un libro di narrativa di viaggio. Forse è stata proprio la penna di Claudio Pelizzeni ad essere così capace di raccontare la sua avventura, ma adesso vorrei davvero poter immergermi nel suo primo libro che non ho ancora letto per poter ritrovare l’autore che mi ha avvinta alle pagine in modo così implacabile.
La bellezza de Il silenzio dei miei passi sta nella sua intensità emotiva, nelle riflessioni di Claudio e nella sua voce pacata che ci racconta il suo viaggio con una passione indescrivibile, e quasi indescrivibili sono anche le tappe del suo viaggio e la bellezza delle città che nella lettura incontriamo, in particolare mi piacerebbe parlarvi di Arles, città che sicuramente vorrei visitare…
“Opposte sensazioni mi abbracciano invece stasera ad Arles dove, senza alcuna aspettativa, mi sono ritrovato in una città meravigliosa, la più interessante che abbia incontrato nel mio peregrinare in terra francese. L’anfiteatro detto Les Arènes, il Teatro Antico, le sue viuzze, la storia di Van Gogh e di Gauguin: è davvero intrisa di romanticismo e vibrazioni positive. È, inoltre, una delle prime città la cui cattedrale è dedicata ai pellegrini: una delle guide più antiche del Cammino, risalente al 1130, prescriveva al pellegrino una sosta obbligatoria ad Arles per visitare le reliquie di Saint Trophime, vescovo confessore, di Saint Césaire, vescovo e martire, e dei santi Honorat e Genest.
La Cattedrale di Saint Trophime e il suo celebre chiostro romanico-gotico sono infatti monumenti che i pellegrini salutavano avviandosi sul Cammino di Compostela: la cattedrale offriva la benedizione del Cristo in maestà e un compendio illustrato di tutta la vita cristiana. Le sculture del portale, invece, raccontavano la storia della salvezza, dal peccato originale dei progenitori fino al giudizio universale; proponevano poi l’esempio degli apostoli e dei santi, e descrivevano simbolicamente l’aspro conflitto tra le forze del bene e quelle del male. I portoni parlano ai
pellegrini, si dice.”
Queste le parole con cui Claudio ci racconta di Arles, del ruolo fondamentale della città per chi intraprende il cammino verso Santiago di Compostela, citando i principali monumenti dedicati ai pellegrini, i grandi artisti (Van Gogh e Gauguin sono due dei miei preferiti, perciò…) che l’hanno resa un punto di riferimento in campo artistico, ma soprattutto lascia trapelare la meraviglia della città nella sua complessità, la sua storia e la sua forza culturale.
Un luogo che spero di vedere presto, sicuramente ha instillato in me forte curiosità… vi lascio qualche foto per gustare le bellezze citate! 😉
Ed ora vi saluto, ma vi invito a leggere anche le altre tappe del blogtour, una più bella dell’altra, grazie agli approfondimenti su altre cinque meravigliose città.
Fatemi sapere che ne pensate, se lo avete letto o lo leggerete, soprattutto se conoscete Claudio Pelizzeni e magari se avete letto il libro precedente che ha scritto…insomma, commentate e fatemi sapere la vostra opinione! 😉
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