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    Il nome del vento – Patrick Rothfuss

    Buon pomeriggio! Oggi in libreria arrivano un sacco di novità, tra tutte ho avuto occasione di leggere in anteprima la riedizione illustrata de IL NOME DEL VENTO, primo libro della serie Cronache dell’assassino del re di Patrick Rothfuss. Autore di cui negli scorsi giorni vi ho già palato in occasione dell’uscita della speciale edizione illustrata de Lo sguardo lento delle cose mute, storia particolare con cui mi ero già lasciata conquistare da Rothfuss. Con questo libro invece sono rimasta completamente soggiogata dalle sue capacità narrative e la riedizione illustrata di Oscar Vault ha sicuramente aiutato a farmi entrare ancor di più nel vivo del racconto.

    Prima di dirvi di più vorrei ringraziare Raffaella di The Reading’s Love che ha organizzato come sempre tutto magnificamente e la casa editrice per la copia omaggio da leggere in anteprima. Questa edizione è meravigliosa, curata in ogni dettaglio e le illustrazioni sono davvero uniche, danno alla lettura quel valore aggiunto da non sottovalutare. Ma bando alle ciance, passiamo subito alla scheda libro e alla recensione! 

    TITOLO Il nome del vento (Le Cronache dell’assassino del re)
    AUTORE Patrick Rothfuss
    EDITORE Mondadori
    DATA DI USCITA 26 Novembre 2019
    PAGINE 758
    CARTACEO 25.00 €  |  E-BOOK 9.99 €
    (CLICCA SULLA COPERTINA PER ACQUISTARLO)

    Patrick Rothfuss è nato nel Wisconsin nel 1973. Ha studiato ingegneria chimica all’università di Stevens Point (Wisconsin) frequentando innumerevoli corsi e laureandosi, alla fine, in letteratura. Rothfuss è stato insignito, negli anni, del Quill Award, del David Gemmell Legend Award, del German Fantasy Prize e del prestigioso Premio Locus al miglior romanzo di Fantasy. I primi due romanzi delle Cronache dell’assassino del re sono pubblicati da Mondadori.

    “Ero distante solo due dozzine di piedi, lo vedevo perfettamente nella luce del tramonto. La sua spada era pallida ed elegante, tagliava l’aria con un suono freddo. La sua bellezza quella perfetta della porcellana. Era un Chandrian, un distruttore, e aveva appena massacrato la mia famiglia.” Per ritrovare quella mostruosa creatura e vendicare la sua famiglia, Kvothe è pronto a tutto. Costretto ad affrontare la fame e qualsiasi tipo di pericolo, il ragazzo sente crescere dentro di sé un potere magico che lo porterà all’Accademia, una spietata scuola di magia in cui nessun errore è permesso. Ma chi resiste ai duri anni dell’apprendistato poi sarà in grado, forse, di affrontare i propri spietati nemici e gli incubi peggiori.
    E Kvothe ora è pronto a vendicare il popolo nomade di attori con cui è cresciuto, massacrati insieme ai genitori dai demoni Chandrian, è pronto a diventare quello che sarà: potente mago, abile ladro, maestro di musica e spietato assassino, l’eroe che ha ispirato migliaia di leggende.

    IL MIO PENSIERO

    IL NOME DEL VENTO è un libro dal titolo misterioso, tanto quanto il suo protagonista che pian piano ci svela la sua storia in un racconto lungo e tortuoso. Le oltre settecento pagine del volume sono tutte incentrate su Kvothe, l’assassino del re, un personaggio in realtà dai mille volti che impariamo nel corso della lettura a conoscere. Le sue vicende sono il perno centrale della storia, che attraverso due tempi narrativi vanno a definire un presente e un passato, due parti ben contraddistinte in cui sembra quasi di leggere di due personaggi diversi, ma Kvothe rimane il protagonista e ne conosciamo così ogni minima sfumatura.

    Ho sottratto principesse a re dormienti nei tumuli. Ho ridotto in cenere la città di Trebon. Ho passato la notte con Felurian e me ne sono andato sia con la vita, sia con la sanità mentale. Sono stato espulso dall’Accademia a un’età inferiore a quella in cui la maggior parte della gente viene ammessa. Ho percorso alla luce della luna sentieri di cui altri temono di parlare durante il giorno. Ho parlato a dèi, amato donne e scritto canzoni che fanno piangere i menestrelli. Potresti aver sentito parlare di me.

    Un personaggio che si lascia amare, ma stuzzica un po’ l’antipatia del lettore, per la sua arroganza, la sua capacità di essere bravo in tutto, e soprattutto per la sua fortuna. Tuttavia ciò che gli accade e si ritrova ad affrontare ci permette di essere empatici nei suoi confronti, di capire e comprendere le sue scelte e di rimanergli al fianco con entusiasmo per l’intero libro.

    La storia non è infatti un volumetto da poco, ma grazie all’incredibile penna di Patrick Rothfuss è facile ritrovarsi a divorare pagine su pagine, al fianco di Kvothe, alla scoperta di quel mondo dove chi ride di una leggenda ne teme un’altra e viceversa. L’ambientazione è estremamente curata, viene descritta in modo efficace ma leggero, senza appesantire la narrazione, e ciò che l’autore ci racconta è un mondo fatto di leggende, dove la scienza si mischia alla magia, ma soprattutto dove ogni atto buono ne cela uno malvagio, ogni crimine viene equilibrato da un gesto di bontà. Bene e male sono due volti della stessa medaglia che in questo racconto trovano spazio a sufficienza per mandare in confusione il lettore, creare dubbi e arrendersi alla ricerca di una morale precisa.

    Lo stesso Kvothe è un personaggio in perenne contrasto. Sebbene lui sia in grado di definirsi chiaramente, la sua storia è un continuo susseguirsi di buone azioni e crimini che sembrano rincorrersi per avere l’uno la meglio sull’altra senza mai avere successo. I personaggi secondari che incontriamo hanno anch’essi dei ruoli definiti, vengono raccontati dal punto di vista del protagonista, ma è facile carpire le sfumature di carattere che l’autore ha voluto donare ad ognuno, la loro storia e le loro motivazioni.

    I miei genitori danzarono assieme, la testa di lei sul petto di lui. Tenevano entrambi gli occhi chiusi. Sembravano così perfettamente contenti. Se riuscite a trovare qualcuno così, qualcuno da stringere e con cui chiudere gli occhi di fronte al mondo, allora siete fortunati. Anche se dura solo un minuto o un giorno. L’immagine di loro due che ondeggiano dolcemente al suono della musica è nella mia mente la raffigurazione dell’amore, anche dopo tutti questi anni.

    L’unica pecca che ho notato è il semplice fatto che l’intero romanzo mi è sembrano un grande preludio a ciò che deve davvero scombinare le carte in tavola. Abbiamo avuto un assaggio della magia, un assaggio dell’amore, un assaggio di felicità e un assaggio di malvagità, ma nulla di tutto questo è stato davvero protagonista. Il secondo libro è una lettura sicuramente obbligata dopo aver letto questo, ma se è scorrevole almeno un decimo de Il Nome del Vento allora credo proprio che lo divorerò il prima possibile!

    Perché in effetti il vero punto forte di questa lettura è la narrazione estremamente leggera ed appassionante, l’entusiasmo che mi ha trasmesso è stato a dir poco sorprendente e ancora più scioccante per me è stato ritrovarmi ogni secondo a voler proseguire la lettura, ogni momento libero pronta a gettarmi nel mondo di Kvothe, sentirmi parte di questa storia, scoprirmi a immaginare un possibile epilogo per poi ritrovarmi realmente a fronteggiare le ultime pagine, accorgendomi di non voler lasciare così presto Rothfuss e la sua ammaliante penna.

    IL NOME DEL VENTO è dunque una storia da divorare, un racconto fantasy capace di trascinare il lettore in una lettura travolgente, per poi lasciarlo affamato di nuove avventure librose, se possibile sempre ambientate in questo universo letterario che sembra avere ancora molto da offrire.

    Ed ora vi saluto, vado a immergermi in una nuova avventura librosa, ma   sono davvero curiosa di sapere se avete avuto occasione di leggere Rothfuss e se la sua penna vi ha conquistato come ha fatto con me  …insomma, io non so più se adorare le sue storie o bruciare le sue penne!

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