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    Il libro di Joan, di Lidia Yuknavitch

    Buongiorno lettori! Questa mattina vi racconto della mia ultima lettura che si è rivelato decisamente tutt’altro rispetto a ciò che trama e sinossi promettevano. Il titolo è IL LIBRO DI JOAN, una sorta di urlo femminista di Lidia Yuknavitch che mi è risultato difficoltoso affrontare, nonostante tutta la mia buona volontà. Di seguito qualche info su libro e autrice, seguita dalla mia recensione.

    TITOLO Il libro di Joan
    AUTORE Lidia Yuknavicth
    EDITORE Einaudi
    DATA DI USCITA 5 Marzo 2019
    PAGINE 275
    CARTACEO 20.00 €  |  E-BOOK 9.99 €
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    Lidia Yuknavitch dopo il dottorato in Letteratura inglese ha insegnato scrittura creativa, letteratura e studi femminili alla Eastern Oregon University. Il libro di Joan è stato inserito dal «New York Times» nella lista dei «100 migliori libri» del 2017.

    Anno 2049. Il riscaldamento globale e le guerre hanno ridotto la Terra a un cumulo di macerie inabitabili. Chi ha potuto permetterselo è scappato su una stazione orbitale diventata l’enclave di ricchi privilegiati su cui governa un dittatore ancora più ricco e privilegiato. I pochi resistenti si tramandano la leggenda di una giovane donna, forse una pazza, forse una terrorista, forse una santa, che potrebbe salvarli. Ma Joan è morta: è stata giustiziata anni fa. O così si dice… «Il libro di Joan» è stato salutato come una precisa e cruda cronaca dell’oggi, quasi che solo un racconto di fantascienza (ma di una fantascienza nuova, visionaria e «inaudita») potesse rendere conto di un presente allucinato e violento. Un potere maschile opprimente e violento che dispone del corpo delle donne come una risorsa da prosciugare; le diseguaglianze economiche che rendono il pianeta inabitabile tanto quanto il cambiamento climatico provocato da quelle stesse logiche inique; il discorso politico che fomenta il risentimento attraverso lo spauracchio dell’emergenza continua; la nostalgia di un passato immaginario come unica, posticcia, via di fuga: di tutto questo la Yuknavitch fa il materiale grezzo di un racconto ustionante, un viaggio fantastico tanto estremo quanto emozionante.

    RECENSIONE

    IL LIBRO DI JOAN non è una lettura per tutti, è una storia che sicuramente non risulta coinvolgente a livello emotivo e non è un’avventura di fantascienza. Nella quarta di copertina questo libro viene definito come un mix tra fantascienza e femminismo, tuttavia mi è sembrato più un mettersi in mostra dell’autrice che con il suo racconto sembra volersi porre a tutti i costi al di sopra. Di cosa? Di tutto essenzialmente.

    Il libro di Joan è infatti una sorta di totale disprezzo verso l’umanità, nel quale una Giovanna d’Arco dei tempi moderni si fa paladina della Terra, un’eco-terrorista come l’ha definita l’autrice. In realtà è una lettura abbastanza pesante a mio avviso se ci si aspetta una storia di fantascienza post-apocalittica. Personalmente la centrerei più nel sottogenere new weird perchè ciò che più di tutto emerge è il costante desiderio dell’autrice di voler trasmettere un messaggio “più alto”, quasi filosofico, che tocca i più scottanti temi socio-politici avanzando a spada tratta con il marchio “femminista” ben in vista. Complice sicuramente il background di Lidia Yuknavitch che ne fa una paladina ideale di questi termini, tuttavia potrebbe addirittura sembrare che l’autrice abbia vuotato tutto ciò che la riguarda in questo libro, senza logica o distinzioni, una sorta di urlo silenzioso.

    A un primo approccio può semplicemente sembrare una lettura un po’ arzigogolata e particolare, interessante e curiosa, ma procedendo la lettura sembra sempre più un mero mezzo dell’autrice per farsi notare, un’esagerazione costante ricca di termini sbroccati fuori luogo e situazioni esasperate. Ogni personaggio è portato all’estremo, ogni ideale portato sempre più in alto, e tutto ciò prevale in una storia senza quasi un’ambientazione, sfumata sotto ogni altro punto di vista e assolutamente faticosa da leggere.

    Ho trovato invece interessante la struttura narrativa che l’autrice ha utilizzato, tra presente e passato, seguendo le vicende di due protagoniste femminili ma incentrando tutto su Joan, sulla sua storia e sul suo ruolo. Purtroppo mi è sembrato anche che questa scelta non fosse sfruttata veramente bene come avrebbe potuto, non ha dato molto di più alla storia a livello di trama, ma ha solamente evidenziato l’urgenza di voler a tutti i costi far emergere un qualche tipo di messaggio prevalente su tutto il resto, come se i caratteri della storia non avessero alcuna importanza. A questo punto mi verrebbe da pensare che forse l’autrice avrebbe dovuto continuare a scrivere saggi.

    Come capirete, non è un libro che ho apprezzato, sebbene l’idea di base non fosse male, ma a volte il troppo stroppia e così per una lettrice come me questo libro è risultato un flop. 

    Magari non sono una lettrice abbastanza “alta” per questa storia, magari il mio spirito femminista ha un po’ troppo senso critico e magari mi sono lasciata distrarre dalle esasperazioni che poco ho gradito, ma questa lettura non mi ha preso, non mi ha coinvolto, mi ha solo fatto pensare che forse non sono all’altezza dell’autrice o che forse non lo è nessuno, perchè una storia così ingarbugliata, pedante e scritta in modo così arzigogolato trovo sia difficile che qualcuno riesca a digerirla per intero, soprattutto visto il costante velo di devastazione senza speranza che opprime l’intero racconto.

    Detto questo, direi che per oggi sono stata abbastanza critica e magari anche un po’ cinica, ma Il libro di Joan è stata davvero una grande delusione perchè dalla quarta di copertina e dalla sinossi stessa mi aspettavo davvero molto di più. Adesso però sono curiosa di sapere se qualcuno lo ha letto, se vi è piaciuto, se come me avete avuto difficoltà ad apprezzarlo o se invece magari vi ispira.

    Fatemi sapere, resto in attesa di un vostro feedback, nel frattempo vi auguro una splendida giornata, magari non troppo in ansia per l’allarme virus!

    franci
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