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    Via col vento, di Margaret Mitchell | L’autrice e il libro

    Buongiorno lettori! Tra le tante novità di ieri, abbiamo anche avuto una ristampa del celebre VIA COL VENTO di Margaret Mitchell, una nuova edizione che noi blogger abbiamo pensato di prendere come spunto per parlare del grande libro che la Mitchell ha creato. Un caso editoriale che ha una storia lunga e per certi versi travagliata, che ho deciso di raccontarvi in questa tappa.

    Questa è la seconda tappa dell’evento, ieri Bookspedia ci ha presentato l’autrice dandoci una scorsa di quella che è stata la sua vita. Vi lascio qui si seguito il calendario così che possiate seguire anche gli altri appuntamenti dell’evento! 😉

    Evento organizzato dalle spendide Susy de I miei magici mondi ed Ely de Il Regno dei Libri, che ringrazio di cuore perchè come sempre mi coinvolgono in eventi unici!

    Ma passiamo alla storia di questo libro e a come Margaret Mitchell lo ha scritto, ideato, diventando un caso editoriale sotto ogni punto di visa nell’america degli anni ’30, per poi essere trasformato in un film e infine rimanere nella storia per la su aunicità.

    Margaret Mitchell e VIA COL VENTO

    LE RADICI “CONFEDERATE” DELL’AUTRICE

    Margaret Mitchell nasce in una famiglia estremamente benestante di ex confederati. Il nonno e il bisnonno della Mitchell avevano entrambi fatto parte dell’esercito confederato e tra i libri che la giovane Margaret aveva avuto modo di leggere tra le mura di casa c’erano prettamente quelli in cui i bianchi del Sud erano rappresentati come vittime degli yankee occupatori e degli schiavi liberati.

    Un’educazione che sicuramente ha influito sulla sua persona, ma si racconta che nel corso della sua vita abbia finanziato diverse borse di studio per la facoltà di Medicina di una delle università storicamente nere di Atltanta, che sovvenzionò il pronto soccorso per neri dell’unico ospedale pubblico di Atlanta, ma che finché fu in vita nessuno seppe di queste donazioni perchè se fosse stata circolata la voce, lei stessa non sarebbe stata ben vista dalla sua comunità. Si dice che il compito di consegnare grosse buste di denaro era del suo autista, un uomo di colore.

    Non possiamo dire con certezza se la Mitchell fosse razzista o meno e quanto questo aspetto abbia influito sulla stesura di Via col vento, ma una celebre citazione dallo stesso romanzo può forse far pendere la bilancia dalla parte che a me piace considerare vera, ovvero che in fondo non poteva esserlo davvero.

    Sapeva per esperienza che il bugiardo è il più ardente difensore della propria sincerità, il codardo del proprio coraggio, il villano della propria signorilità, il farabutto del proprio onore.

    VIA COL VENTO, “IL LIBRO DELLA VITA”

    Come detto, Margaret Mitchell nacque in una famiglia benestante e questo influì sulla sua istruzione oltre che sull’educazione, perchè ebbe occasione di frequentare un college femminile prestigioso in cui inizia già a emergere il suo grande talento, tuttavia la Mitchell ha un carattere deciso ma volubile, e abbandona questi studi per entrare a 18 anni in un college di Medicina, carriera scolastica che abbandona a causa della morte della madre, ritornando ad Atlanta.

    Un periodo che la vede protagonista di un matrimonio mal riuscito, che ha la fortuna di poter rompere e di ricominciare da capo, diventando una collaboratrice dell’Atlanta Journal Sunday Magazine, che segna finalmente il suo percorso.

    Durante questa esperienza Margaret si risposa e a questo punto lascia il lavoro per potersi dedicare totalmente al suo romanzo, una storia sulla guerra di secessione americana che vedrà la luce solo dieci anni dopo. È il 1936 quando finalmente la Mitchell riesce a pubblicare Via col vento, con il titolo originale di Gone with the Wind, un libro che diventa ben presto un caso editoriale senza precedenti vendendo quasi 180.000 copie in quattro settimane, un milione in sei mesi, ancora in testa alle classifiche dopo due anni; vincendo nel 1937 il premio Pulitzer. Ad oggi, con le sue 30 milioni di copie vendute è uno dei romanzi più venduti di tutti i tempi.

    Una storia che divenne multicanale quando il film tratto dal libro fu proiettato per la prima volta ad Atlanta il 15 dicembre 1939. Un film diretto da Victor Fleming che nonostante il suo grande successo ha una storia anch’esso travagliata, tra i numerosi problemi che la produzione dovette affrontare, ci fu anche la reticenza dell’autrice stessa, Margaret Mitchell, nel dare una chance alla trasposizione cinematografica. Dopo una lunga trattativa, la Mitchell si convise a vendere i diritti per il film, traendone altri 50.000 dollari.

    E DOPO VIA COL VENTO?

    Dopo Via col vento scoppiò la seconda guerra mondiale e la Mitchell entrò a far parte della Croce Rossa Americana, mettendo in pausa la carriera letterari. Alla fine della guerra, l’autrice tornò ad Atlanta per riprendere da dove aveva lasciato, ma un incidente d’auto pose fine alla sua vita, lasciandoci senza altri capolavori.

    Le sue opere in stesura furono infatti distrutte, secondo le disposizioni del suo testamento, ma nel 1995 fu portata alla luce l’unica altra produzione letteraria dell’autrice conosciuta, ovvero il racconto L’isola in fondo al mare (in lingua originale Lost Laysen), un’opera che l’autrice scrisse nel 1916 e che regalò a un amico d’infanzia, Henri Love Angel. Di generazione in generazione il manoscritto arrivò alla fine della sua “corsa nascosta”, quando fu consegnato al Road to Tara Museum.​

    Margaret Mitchell è un’autrice che mi ha sempre incuriosita, ha una storia molto interessante e sono felice di averne finalmente potuto parlare qui sul blog! 🙂

    Ed ora è arrivato il momento di salutarci, ma prima voglio lasciarvi una chicca sulla pubblicazione italiana che mi ha sempre fatta sorridere.

    La storia riguarda Margaret Mitchell e la pubblicazione italiana per Mondadori del 1937. Quando Margaret riceve la copia del suo romanzo nell’edizione italiana dal titolo Via col vento di Mondadori a colpirla è la sfavillante sovraccoperta del libro realizzata da Tabet con Rossella in primo piano nel suo magnifico vestito verde. A divertirla è poi il nome della protagonista, Rossella, che la Mitchell intese come “little Rosie”, ovvero “piccola rosellina”.
    A non soddisfarla è la fragilità dell’edizione, ma con l’Europa sull’orlo della guerra, Mondadori attribuisce la colpa alla scarsità di carta.

    franci
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    2 Commento

  • Rispondi Susy Tomasiello 13 Maggio 2020 at 18:23

    Che bella questa tappa Francy

    • Rispondi Franci - Libri Libretti Libracci 14 Maggio 2020 at 09:56

      Ti ringrazio, Susy! <3

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