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  • Recensione / Review Party

    Falce, di Neal Shusterman

    Buongiorno lettori! Questo martedì si è rivelato ricco di novità e in particolare oggi sul blog vi racconto di FALCE, primo libro della serie distopica e fantascientifica di Neal Shusterman che ho amato, anche se inizialmente mi ha un po’ infastidita un particolare…curiosi di saperne di più? Trovate qui sotto la recensione, in occasione della mia tappa per il Review Tour organizzato per l’uscita del libro.

    Vi lascio il calendario dell’evento con i blog partecipanti, nel caso voleste leggere più recensioni, seguito dalla scheda libro e dalla mia recensione, così vi racconto meglio cosa in particolare mi è piaciuto di questo libro e perchè si tratta di un’ottima storia! 😉

    Evento organizzato da Martina del blog Lettrice di Sogni, che ringrazio insieme alla casa editrice che ha fornito la copia del libro in anteprima per la recensione.
    Ma bando alle ciance, andiamo al dunque, perchè su questo libro c’è davvero da dire un milione di cose… 

    TITOLO Falce (Arc of a Schyte #1)
    AUTORE Neal Shusterman
    EDITORE Mondadori
    PAGINE 360
    DATA DI USCITA 19 Maggio 2020
    CARTACEO 20.00 € | E-BOOK 10.99 €
    (CLICCA SULLA COPERTINA PER ACQUISTARLO)

    Un mondo senza fame, senza guerre, senza povertà, senza malattie. Un mondo senza morte. Un mondo in cui l’umanità è riuscita a sconfiggere i suoi incubi peggiori. A occuparsi di tutte le necessità della razza umana è il Thunderhead, un’immensa, onnisciente e onnipotente intelligenza artificiale. Il Thunderhead non sbaglia mai, e soprattutto non ha sentimenti, né rimorsi, né rimpianti. Quello in cui vivono i due adolescenti Citra Terranova e Rowan Damisch è davvero un mondo perfetto. O così appare. Se nessuno muore più, infatti, tenere la pressione demografica sotto controllo diventa un vincolo ineluttabile. Anche l’efficienza del Thunderhead ha dei limiti e non può provvedere alle esigenze di una popolazione in continua crescita. Per questo ogni anno un certo numero di persone deve essere “spigolato”. In termini meno poetici: ucciso. Il delicato quanto cruciale incarico è affidato alle cosiddette falci, le uniche a poter decidere quali vite devono finire. Quando la Compagnia delle falci decide di reclutare nuovi membri, il Venerando Maestro Faraday sceglie come apprendisti proprio Citra e Rowan. Schietti, coraggiosi, onesti, i due ragazzi non ne vogliono sapere di diventare degli assassini. E questo fa di loro delle falci potenzialmente perfette.

    RECENSIONE

    FALCE si rivela fin da subito una lettura appassionante, intrigante già per titolo, cover e trama, un libro non delude le aspettative. Ciò che però si nota di negativo nelle prime pagine è il vizio dell’autore di inserire nella narrazione un numero fin troppo alto di similitudini, detti e proverbi che essendo arguti appaiono inizialmente piacevoli da leggere per capire meglio le situazioni, ma procedendo diventano fin troppo presenti e come si suol dire “il troppo stroppia”. Ma per fortuna è un vizio che l’autore perde già dopo le prime 50 pagine circa e lì la narrazione entra nel vivo del racconto.

    La storia è abbastanza semplice e lineare, seppur ambientata in un contesto a dir poco geniale. In effetti Shusterman ci conquista già solo con l’idea alla base del libro, ovvero una società futura in cui l’uomo ha a portata di cloud tutta la conoscenza possibile, in cui riuscito tra le altre cose ad essere immortale e questo ha causato l’istituzione della Compagnia delle Falci, dei professionisti che si occupano di “spigolare” (leggere: uccidere) le persone di troppo, per evitare la sovrappopolazione.

    Un tempo, la gente moriva di morte naturale. La vecchiaia era una malattia terminale, non uno stato temporaneo. Allora, c’erano degli assassini invisibili chiamati “malattie” che disintegravano il corpo. L’invecchiamento non era reversibile, e gli uomini restavano vittime di incidenti irrimediabili. Gli aerei si schiantavano al suolo. Le macchine si scontravano. C’erano dolore, miseria, disperazione. È difficile per la maggior parte di noi immaginare un mondo così pieno di rischi, disseminato di pericoli tanto imprevedibili quanto inaspettati. Ci siamo lasciati tutto questo alle spalle, eppure resta una semplice verità: la gente deve morire.

    Una premessa che, proseguendo la lettura, pone lo stereotipo di assassino preponderante nella letteratura fantasy degli ultimi anni in netto contrasto con un concetto più moralistico. Shusterman in questa storia dispiega i fattori che vanno ad influire sulla morale umana, sulle debolezze dell’uomo, e sviluppa al contempo una società completa e credibile, una situazione in bilico apparentemente equilibrata cui nel corso della narrazione darà i giusti “colpi” per farla crollare.

    Quella notte, i quadri tormentarono i suoi sogni. Pensò a come dovesse essere stata la vita nell’Era della Mortalità. Piena di passioni, buone e cattive. La paura che cercava conforto nella fede. La disperazione che dava un senso all’euforia. Si diceva anche che a quel tempo gli inverni fossero più freddi e le estati più calde. Vivere tra la speranza di un ignoto paradiso eterno e la paura di un’oscura vita terrena doveva essere appassionante. Come spiegarsi altrimenti l’esistenza di opere così sublimi?

    A favore della costruzione del contesto e degli intrighi cui andremo incontro, l’autore ha strutturato il libro in maniera tale da non lasciare dubbi, spiegandoci tutto, senza però rendere la narrazione pesante. Ogni capitolo è infatti preceduto da una pagina di diario di una falce, quasi sempre la stessa, ma anche di altre, in modo tale da avere non solo anche il loro punto di vista, ma anche e sopratutto uno spiraglio per sbirciare in quella società che l’autore ha delineato, nella sua storia e nelle sue radici.

    Tutto inizia il primo giorno del nostro apprendistato, ma non parliamo ufficialmente di “omicidio”. Da un punto di vista sociale o morale, non sarebbe corretto. Adottiamo il termine “spigolatura” per riferirci a un’epoca del passato in cui i poveri raccoglievano le spighe di grano che erano sfuggite ai contadini. È stata la prima forma di beneficenza. Il lavoro della falce è simile. Le falci rendono un servizio fondamentale alla società: è quello che si insegna ai bambini non appena sono in grado di capire. Nel mondo moderno, la nostra opera è quella che più si avvicina a una missione religiosa.

    Una trovata che rafforza la mia ammirazione per la penna dell’autore, il cui stile è molto semplice, senza fronzoli, a tratti nella prima parte anche un po’ stonato per quanto riguarda il registro dei due protagonisti, Citra e Rowan, ma che pian piano assume una certa solidità

    Un equilibrio perfetto che ci regala due personaggi coerenti e completi, costruiti a 360° grazie anche al loro punto di vista, preponderante rispetto agli altri. Ai due protagonisti, che si completano l’un l’altro per le proprie caratteristiche, si affiancano i loro mentori, le falci che segneranno il loro futuro e che avranno ognuna un ruolo essenziale in ciò che i due protagonisti diventeranno e nella piega che la storia prenderà dopo i numerosi colpi di scena che andranno dispiegandosi.

    Una trama appassionante, che evolve da semplice racconto della situazione di fatto ad un’articolata narrazione di una rete i cui fili si intrecciano inesorabilmente. Ogni personaggio, ogni situazione, non è dato al caso, ha un suo ruolo, un suo significato e un suo specifico compito per trasportare il lettore in un’avventura letteraria unica e indimenticabile.

    Personalmente ho amato molto questa lettura, è una di quelle che attendevo con più eccitazione, che nella mia mente avevo caricato di grandi aspettative e nel complesso posso dire che le ha soddisfatte tutte, sorprendendomi in positivo.

    È una storia di carattere fantascientifico, con sfumature distopiche, che ben si pone nello scenario letterario di oggi, meritandosi un posto d’onore tra i libri dei due generi. Appassionante, scorrevole, complessa ma lineare, Falce è la lettura che consiglio vivamente a chiunque abbia amato la “generazione” di storie che hanno seguito Hunger Games. Un meritevole “pronipote” che si pone a mio avviso come una pietra miliare per quelli che amano perdersi in futuri alternativi, storie di distopie e situazioni sociologiche curiose e intriganti.

    Una recensione dalla conclusione trasportata, ma è una lettura che mi ha così piacevolmente sorpresa e appassionata che non avrei potuto evitare le ultime righe di questa recensione.
    Ma adesso sono curiosa di sapere la vostra, che ne pensate, ma soprattutto se vi ispira o se lo leggerete, io in questo momento non vedo l’ora di avere tra i le mani il sequel, Thunderhead, e spero proprio che la casa editrice lo porti presto qui da noi!

    franci
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