Buongiorno lettori! Oggi incontriamo FEDERICO LAROSA, autore del romanzo Nell’addio che con le sue vicende e i suoi protagonisti si pone a metà tra una storia d’amore e una di formazione, perchè in questo libro viene affrontata in maniera particolare l’evoluzione di un giovane ragazzo che si ritrova a dover fare i conti con sé stesso, prendendo consapevolezza di ciò che è e del suo vero io.

Una lettura dalle note dolci e profonde, sicuramente non un racconto facile, ma una storia di vita, capace di arrivare dritta al cuore e all’esperienza dei lettori. Un libro che ho pensato di presentarvi proprio attraverso le parole del suo autore, Federico Larosa, che ringrazio per essersi prestato a questa intervista e soprattutto alle mie domande impiccione! 😉
Intervista a FEDERICO LAROSA
Da dove è nata l’idea, o l’esigenza, di scrivere un romanzo di formazione?
FL: L’esigenza era quella di raccontare questa storia, la storia di Edoardo, dell’incontro con Alessandro, delle sue relazioni d’amicizia e dei suoi rapporti con la famiglia, in particolar modo con la madre e la sorella. Solo dopo mi sono accorto che, e ribadisco sempre senza pretesa alcuna, “Nell’addio” può essere considerato un romanzo di formazione, perché è indubbio che Edoardo compia un’evoluzione verso l’età adulta prendendo finalmente delle decisioni lasciate in sospeso da tempo o semplicemente trovandosi ad affrontare situazioni per lui nuove, cercando di trovare soluzioni adattive.
A che pubblico hai scelto di rivolgerti con questa storia?
FL: Anche in questo caso, non me lo sono posto a priori. Credo che la storia raccontata da “Nell’addio” possa trovare un pubblico variegato sia per quanto riguarda l’età che per l’orientamento sessuale, ad esempio. Racconto la storia dell’innamoramento di due uomini, è vero, ma i protagonisti sarebbero potuti essere tranquillamente un uomo e una donna, o due donne, perché l’amore è un sentimento universale e le emozioni che suscita ci accomunano. Per quanto riguarda il discorso dell’età, poi, il protagonista ha 24 anni e magari al giorno d’oggi (il romanzo è ambientato una quindicina di anni fa) i giovani affrontano prima certe questioni legate alla loro identità sessuale, ma c’è sempre chi lo fa più avanti con l’età o addirittura chi non ci si confronta mai, magari in relazione al mondo esterno e alla famiglia in particolare.
Se potessi dare un consiglio al protagonista di “Nell’addio”, Edorardo, cosa gli diresti?
FL: Credo di avergli già fatto dire e fare tutto quello che volevo. (Ride) Se proprio dovessi, gli consiglierei di non pentirsi mai delle sue scelte, di ragionare e pensare bene prima di compiere azioni importanti ma poi, una volta presa la decisione, di lasciar fluire gli eventi e imparare da tutto.
Quanto di te stesso hai messo in questa storia?
FL: Credo di aver messo tutto me stesso. Partire da me, dalle mie esperienze, dalle mie emozioni e dalle mie sensazioni è stata la cosa più facile da fare e, al tempo stesso, la più difficile perché bisogna essere estremamente connessi con se stessi. Per questo ritengo fondamentale l’ascolto – di sé, del proprio dialogo interno e delle proprie istanze più intime, ma anche degli altri – e ho deciso di aprire il libro con una citazione che ne sottolinea l’importanza.
Ritroveremo Edoardo e Alessandro in un prossimo libro? Quali sono i tuoi progetti futuri?
FL: Del ritorno di Edoardo e Alessandro me lo chiedono in molti. Non ho mai pensato di far proseguire la loro storia perché per me la conclusione di “Nell’addio” può essere solo quella. Per tornare da loro dovrei trovare qualcosa di importante da far capitare nelle loro vite e, anche se scrivo da poco tempo, è abbastanza per sapere che sono le storie a raggiungerti e a insinuarsi nei tuoi respiri, nei battiti del tuo cuore e a chiederti prepotentemente di essere trasposte sulla pagina. Magari un giorno sentirò la voce di Edoardo chiamarmi mentre attraverso la strada o mi sembrerà di cogliere un bisbiglio di Alessandro portato dal vento mentre sorseggerò un cocktail al tramonto su una spiaggia, ma fino ad allora li lascerò lì, “Nell’addio”.
Per quanto riguarda i progetti futuri, ho delle idee in testa. Mi piacerebbe cimentarmi con una storia del mistero condita da elementi soprannaturali, ma credo che il prossimo romanzo sarà un thriller: ho già delineato i personaggi e la storia. Non vedo l’ora che le suggestioni giuste mi invadano. E ti farà piacere sapere che questa è una notizia in esclusiva per i lettori di “Libri, libretti, libracci”.
Un’intervista ricca di rivelazioni, l’ultima poi succosissima e se questa chiacchierata vi ha incuriositi, vi consiglio di continuare a seguire l’autore sulla sua pagina Facebook, dove potete trovare tanti contenuti legati a Nell’addio e sicuramente le news sui suoi lavori futuri.
Ma ora vi saluto, spero che questa intervista vi sia piaciuta e che vi abbia incuriositi, sicuramente Federico Larosa è un autore che ha ancora tanto da dirci e raccontarci, nel frattempo sono curiosa di sapere che ne pensate, se avete altre domande per l’autore e se Nell’addio vi ispira come lettura, su su non siate timidi e scrivete! 😉

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