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  • Concorso IN MILLE PAROLE

    L’autunno eri tu, di Silvia Benigno – Vincitore Ottobre 2020

    Buongiorno lettori! Come ogni mese, ad ottobre si è svolto il Concorso In Mille Parole indetto dal blog Vuoi Conoscere un Casino? di Alex, concorso letterario in cui io, Alex e Simona de Il Mondo di Simis ricopriamo il ruolo di giudici. Per l’undicesima edizione del concorso, abbiamo optato per un tema in linea con il periodo ed è stato meraviglioso vedere i partecipanti associarne mille e più emozioni differenti. Tra tutti c’è stata un’autrice però che più di tutti ci ha colpite e che si è aggiudicata il primo posto…

    L’autrice vincitricedi questa edizione è SILVIA BENIGNO che con il suo racconto a tema “AUTUNNO” è riuscita a regalarci una storia ricca di una grande emozione e di una bellezza emotiva unica.

    Di seguito potete leggere il suo racconto, buona lettura!

    L'AUTUNNO ERI TU, di Silvia Benigno

    Erano i funghi, le lumache o le castagne.
    Erano i fiumi, finalmente abbandonati dai pescatori estivi, con i pesci da pescare e da portare a casa.
    Erano i colori del gilet multitasche coordinato al capello, dei pantaloni di velluto e degli stivaloni da pesca o degli scarponi.
    L’autunno eri tu.

    Con l’età sei diventato del tutto somigliante all’autunno, senza però mai neanche avvicinarti alla sua pacatezza.
    Hai infatti mantenuto fino all’ultimo dei tuoi giorni su questa terra, mutevole ma sempre uguale, il tuo sguardo fiammeggiante, il tuo carattere inscalfibile, il tuo profondo senso di giustizia, correttezza, onestà e conseguente immancabile frustrazione nel saperle calpestate, inascoltate, dimenticate.
    Il tuo contatto con la natura, così profondo, quasi religioso, credo dipendesse anche dalla tua delusione da parte del genere umano, così spesso rappresentato da individui dubbi, opportunisti, abbietti.
    La natura, con la sua schietta, ed a volte violenta sincerità, con i suoi colori, odori e forme, era più vicina alla tua indole, ai tuoi sinceri e trasparenti occhi verdi.
    La natura autunnale ancora di più.

    Ora guardo fuori dalla finestra, per la seconda volta in pochi mesi costretta ad una chiusura simile ad una clausura non scelta, e per la prima volta nella vita costretta ad un autunno senza di te.
    Non credevo fossi così importante, così presente, così potente nella mia vita.
    Certo sapevo dell’affetto che mi legava a te, sentivo il senso di appartenenza ed il senso di sfida, vedevo le somiglianze e le differenze abissali, lottavo per essere amata, accettata, accolta.
    Abbiamo condiviso rabbia e risate, giochi di parole, l’amore per la musica, per l’uscire a mangiare, per gli animali tutti, per le enciclopedie, per Topolino, per le penne, per il Tiramisù.
    Mi hai fatto sentire molte volte lontana mille miglia dalla tua idea di come avrei dovuto essere ed io ti ho fatto pesare l’essere diverso da come ti avrei voluto.
    Eri già maturo quando sono nata e sono certa che non fossi affatto pronto ad una rompicoglioni come me, una che alla minima occasione ti faceva pesare il fatto di non essere capita, di essere di quasi due generazioni dopo la tua, di avere tutte le ragioni nel voler essere diversa da te.
    Avevi i capelli brizzolati quando io ero ancora piccola e ti ho sempre visto come un grandissimo figo e te l’ho sempre detto, scatenando le tue risate che, pur non essendo mai sguaiate, ti facevano sobbalzare le spalle ed inclinare la testa all’indietro con la bocca aperta.
    Mi piaceva farti ridere, sono stata il tuo pagliaccio e non sono mai riuscita a staccarmi da questa maschera: è stata colpa mia se mi hai sempre considerata immatura, ribelle, superficiale, volubile.
    Eppure poi ero quella testarda, irremovibile, quella che per sostenere le sue idee si spaccava la testa a cercare ovunque le conferme alle sue tesi.
    Peder, Papà, Nick, Mario (anche se ti chiamavi Aurelio), ti ho chiamato in molti modi e ti ho odiato in altrettanti modi, soprattutto quando mi guardavi come fanno i cani quando non capiscono quello che vedono, con la testa leggermente inclinata e lo sguardo giudicante.
    Ma ti ho amato in milioni di modi, tantissimi non li saprai mai e va bene così.

    Ti ho amato da figlia imperfetta, quella che non avresti voluto, ed ogni giorno della mia vita ti ho costretto a tenermi ed amarmi com’ero.

    Fino a vent’anni mi sono infilata nel lettone con te e la mamma solo per il gusto di fare uscire forzatamente quella tenerezza che spesso mi è mancata, ti stavo addosso, persino in braccio, ti accarezzavo la testa rasata, ti facevo da estetista.

    Mi manca tutto di te, mi mancano persino le nostre incazzature, mi mancano le tue critiche, mi mancano quei tuoi severi occhi autunnali.

    Ora guardo fuori dalla finestra e vedo l’autunno, è tornato, è sempre lui ma non è più lo stesso, perché tu non ci sei, perché tu non torni più.

    Se vi è piaciuto, potete continuare a seguire il concorso per leggere ancora qualche nuovo racconto di Silvia e degli autori, sono tutti incredibili. Vi ricordo inoltre che potrete ascoltare l’intervista all’autrice su Vuoi Conoscere un Casino on air.

    Intanto, vi consiglio di dare uno sguardo alla pagina di Silvia Benigno, senzafine, in cui si presenta esprimendo il suo rapporto con la scrittura:

    Scrivere è la mia passione, la mia ossessione, la mia vendetta, la mia condanna.

    Ed ora vi saluto, ma vi lascio il “podio” di questo concorso, con i link ai racconti arrivati secondo e terzo, un grande complimento anche tutti gli altri autori che hanno partecipato, questo mese ho davvero amato immergermi nell’essenza dell’autunno attraverso i loro racconti!
    Se volete seguire il concorso che a breve verrà rinnovato ad una nuova edizione, potete farlo sul gruppo Facebook VCUC – Concorso letterario In Mille Parole, vi aspettiamo!

    PODIO IN MILLE PAROLE #11 - "AUTUNNO"

    L’AUTUNNO ERI TU, di Silvia Benigno

    L’AUTUNNO, di Adelaide J. Pellitteri

    UNA MONTAGNA DI FOGLIE, di Alessandro Gnani

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