Buongiorno lettori! Oggi vi parlo della lettura che mi ha portato dalla fine del 2020 all’inizio del 2021, ovvero ECHI IN TEMPESTA, ultimo libro della saga de L’Attraversaspecchi di Christelle Dabos. Un libro super chiacchierato, atteso con ansia che per alcuni ha molto deluso le aspettative, ma che in definitiva ha concluso una delle saghe più seguite degli ultimi anni.
La mia lettura è stata altalenante, lo ammetto, ma trovate più sotto il mio pensiero completo nella recensione, intanto vi lascio la sequenza della saga e qualche informazione sul libro. (Cliccando le cover, potete leggere le recensioni dei precedenti 3 volumi).
TITOLO Echi in tempesta (L’Attraversaspecchi #4)
AUTORE Christelle Dabos
EDITORE Edizioni e/o
PAGINE 576
DATA DI USCITA 16 luglio 2020
CARTACEO 16,50 € | E-BOOK 11.99 €
(CLICCA SULLA COPERTINA PER AVERE PIÙ DETTAGLI)
Ofelia e Thorn affrontano un universo colmo di allegorie e di realtà interiori profonde, di orizzonti antichi e di sentimenti nuovi, fino a scovare la verità che da sempre è nascosta dietro lo specchio. Crollati gli ultimi muri della diffidenza, Ofelia e Thorn si amano ormai appassionatamente. Tuttavia non possono farlo alla luce del sole: la loro unione deve infatti rimanere nascosta perché possano continuare a indagare di concerto sull’indecifrabile codice di Dio e sulla misteriosa figura dell’Altro, l’essere di cui non si conosce l’aspetto, ma il cui potere devastante continua a far crollare interi pezzi di arche precipitando nel vuoto migliaia di innocenti. Come trovare l’Altro, senza sapere nemmeno com’è fatto? Più uniti che mai, ma impegnati su piste diverse, Ofelia e Thorn approderanno all’osservatorio delle Deviazioni, un istituto avvolto dal segreto più assoluto e gestito da una setta di scienziati mistici in cui, dietro la facciata di una filantropica clinica psichiatrica, si cela un laboratorio dove vengono condotti esperimenti disumani e terrificanti. È lì che si recheranno i due, lì scopriranno le verità che cercano e da lì proveranno a fermare i crolli e a riportare il mondo in equilibrio.
RECENSIONE
ECHI IN TEMPESTA è un gran caos, diciamocelo. È un libro scritto perché ci doveva essere un finale alla saga, e ha 576 pagine perché 150 erano troppo poche. Sì, perché ciò che realmente conta di questo gran finale sono le ultime 150/200 pagine, quelle in cui tutto ciò che è successo prima prende forma e senso e ci troviamo a rincorrere un lieto fine che, preparatevi, arriverà zoppicando, ma si dice che ciò che conta è il viaggio e la saga dell’Attraversaspecchi è stata una di quelle avventure letterarie indimenticabili!
E proprio quei fattori che ne hanno reso meravigliosa la lettura vengono riportati e richiamati in questo libro, in quella prima parte che funzionalmente ha ben poco a che vedere con la trama, ma che ci riporta nel mondo letterario di Ofelia e Thorne, in quella realtà dalle dimensioni confuse, ricca di magie inspiegabili, e di echi.
Echi non solo nella trama, come ben vedremo, ma anche dei libri precedenti, la base di una saga incredibile che al suo ultimo libro si rivela un po’ una riscrittura caotica, fin troppo piena di quei magici caratteri fuori dal comune che l’hanno resa speciale, ma altrettanto piacevole per chi come me non vedeva l’ora di tornare a Babel, di rivivere gli intrighi di potere, i doppi volti, e quella continua ricerca tra Ofelia e Thorne sempre più smaniosa.
E sono proprio i due protagonisti a rendere questo libro indimenticabile, non tanto per il loro rapporto, quella relazione difficile fin dall’inizio che trova in questo volume grandi momenti di intensità e altri di crescente passione, ma sono proprio i due personaggi ad essere il punto forte della storia.
Due protagonisti che in questo volume vediamo quasi rovesciati, coerenti con il loro carattere, ma pronti a uscire dalla propria comfrot zone l’uno per l’altra, e anche per quel mondo che non li accetta totalmente, che li ha quasi sconfitti ma per riaggiustare il quale stanno dando tutti sé stessi.
In particolare è Ofelia a dimostrarsi l’elemento trainante della trama, quella che ci porterà all’agognato epilogo, grazie alla sua tenacia, a quel carattere costruito man mano, nella crescita che le abbiamo visto fare negli ultimi 3 libri. Ofelia che si rivelerà parte della chiave del mistero, come già potevamo sospettare dal terzo volume, ma che in questo libro trova il suo spazio, totalmente e in maniera assolutamente unica. In pieno stile Ofelia, ma con sicurezza e ragione, anche con un po’ di scaltrezza, ma sempre affrontando indicibili sfide.
Un fattor e una piega che non mi aspettavo in realtà e che mi ha stupita e appassionata, che mi ha fatta proseguire nonostante il blocco del lettore, spinta anche dallo stile di Christelle Dabos che nonostante il caos non delude: ci troviamo di fornte ad una narrazione ben strutturata, scorrevole, irriverente, giocosa anche, perché l’autrice gioca con noi lettori, ci trasporta da una pagina all’altra riempiendoci di aspettative e speranze, per poi lanciarci all’inseguimento del finale.
Un epilogo che si rivela come detto dolce amaro, che ci lascia con la soddisfazione di una soluzione, ma con tante altre domande e a tratti vane speranze, ma non sarebbe potuto essere altrimenti perché quello che finalmente ci viene dato è il finale perfetto per una saga totalmente fuori dal comune. Un fantasy che ci ha fatti sognare, sperare, emozionare, che ci ha stretto il cuore in una morsa e che infine ci ha lasciati liberi di scegliere se sperare ancora o credere in un finale vero e proprio.
Una recensione che lo so, non è proprio all’altezza di tale nome, ma per un libro come Echi in tempesta che ha saputo dividere i lettori tra odio e amore non ci sono le parole giuste, o almeno non per me che mi trovo nel mezzo.
Durante la lettura ho amato alla follia l’audacia di Christelle Dabos, ma l’ho sentita persa quasi quanto me in tutte queste nuove e ultime rivelazioni. Mi è sembrato a un certo punto che arrancasse nel vuoto, proprio tra quegli echi di cui parla, confusa e sempre meno sé stessa, quasi avesse perso la capacità di creare una trama ben costruita, ma alla fine ha dimostrato di avere un chiaro obiettivo, un finale che ha saputo mettere d’accordo ogni filo di trama, riconciliando e ricostruendo in maniera perfetta quel tessuto che nel corso della saga abbiamo adorato, che ci ha appassionato, lasciando però un bottone fuori posto. Un unico dettaglio che controbilancia tutto, secondo le regole di quella teoria che Ofelia ha rincorso per tre libri e che ci ha permesso di comprendere finalmente la struttura di questo mondo. Un equilibrio riportato in linea dall’amarezza che le ultime pagine portano con sé, ma per gli ottimisti come me e per Ofelia di tratta solo dell’ennesima improbabile e quasi impossibile sfida.
Un viaggio letterario emozionante dunque, una storia unica e un epilogo all’altezza del carattere fuori dal comune della saga. Ed ora che non avrò più modo di leggere di Ofelia e Thorne, del loro mondo letterario incredibile, incorcio le dita per una nuova storia firmata Christelle Dabos o per un universo fatto di pagine e parole che sappia stregarmi allo stesso modo!

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