Titolo: La donna di ghiaccio
Autore: Robert Bryndza
Editore: Newton Compton
Data di uscita: 25 Maggio 2017
Pagine: 384
Rilegato: 9.90 €
Il mio problema con questa lettura è stata probabilmente la poca affinità che ho sentito con la protagonista, Erika Foster. Detective da più di dieci anni, Erika è un personaggio tutto impulsi e poca ragione, una donna capace di fare follie pur di seguire la sua pista e trovare il colpevole, ma anche una persona con un recente passato drammatico che le imbriglia il cuore e la fa agire contro ogni razionalità perchè la rabbia e il senso di impotenza sono probabilmente gli unici due fattori che la fanno proseguire con la sua vita e soprattutto con il suo lavoro.
«Sai come andrà a finire vero? Potresti perdere il distintivo, la reputazione.» «Signore, io ho perso quasi tutto. Mark e la vita che amavo al nord, circondata da amici, in un posto che potevo chiamare casa. L’unica cosa a cui posso aggrapparmi è un senso di moralità, e la speranza che per le nove di mattina sarò riuscita a rendere giustizia.»
Se da una parte ho provato compassione ed empatia per quest’anima stravolta, dall’altra ho alzato gli occhi al cielo ad ogni suo gesto avventato, ad ogni azione ingiustificata e ad ogni suo andare contro le regole per poi ritrovarsi al punto di partenza. Una sensazione di antipatia che non sono proprio riuscita a lasciar perdere e che mi ha parecchio rovinato la lettura che altrimenti avrebbe decisamente meritato una mia valutazione più alta.
La trama è infatti abbastanza intrigante, ancora di più il mistero da risolvere che si rivela sempre più inquietante e oscuro. L’assassino si rivela presto essere un serial killer di cui viene definito il modus operandi e ogni possibile carattere fuorché l’identità. Per l’intero libro vengono messe in discussione le parole di ogni personaggio, si creano dubbi e perplessità su ogni comportamento e in particolare sospetti su chiunque sia legato alla vittima iniziale, ma solo sul finale il mistero viene risolto e vi assicuro che è meno prevedibile di quel che può sembrare. Bryndza è infatti un mago del depistaggio e della suspense, lasciando indizi qui e là che assumono un senso solo a mistero risolto.
L’autore ha uno stile fluido e scorrevole, una capacità di rendere viva la storia che racconta, ma al contempo ho trovato diverse parti sovrabbondanti, descrizioni, situazioni o dialoghi che avrebbero potuto non esserci e la lettura in sé non avrebbe perso nulla. In effetti, a parte la rivelazione iniziale del cadavere e i primi momenti di indagine, per due terzi del romanzo la storia non sembra “decollare”, anzi, ho trovato parecchio lenta e poco appassionante tutta la prima parte.
Fortunatamente, come ho detto, il finale è davvero una sorpresa e in qualche capitolo farcito di adrenalina e colpi di scena la lettura si trasforma in un flusso irrefrenabile di curiosità, dove ogni parola porta alla seguente, ogni capitolo lascia in sospeso qualcosa fino a ritrovarsi alla trecentottantaquatresima pagina a bocca aperta.
Una narrazione quindi poco omogenea a mio parere che insieme al pessimo carattere della detective ha reso meno entusiasmante questa lettura alla quale mi sento di dare come valutazione un 3/5. Un esordio interessante per un autore che sembra avere grandi capacità, ma che a mio parere deve ancora maturare ed evolvere le scelte di narrazione, al passo con la protagonista.
Consiglierei questo libro… a chi è in cerca di un thriller capace di stupire, intrigare e lasciare con il fiato sospeso, senza però partire con grandi aspettative.
Qualcuno di voi ha già letto questo libro? Siete della mia stessa opinione o pensate che sia stata troppo severa nel valutare? Aspetto i vostri feedback nei commenti, fatemi sapere che ne pensate o se lo leggerete nonostante le mie critiche..sono curiosa! 🙂
2 Commento
Ciao Francy! Vedi, ogni tanto passo, non mi dimentico! Invece io l'ho apprezzato molto. Mi è piaciuto in particolar modo 🙂 Ma il bello alla fine è quello, che ognuno ha i suoi pareri e le sue idee, no?
Ciao Sara! Sì, ogni tanto ci veniamo a trovare a vicenda! ^^
Mi sono convinta a leggerlo per un GDL ma non so perchè non mi ha convinta…ma è un'ottima ragione per leggere il secondo libro dell'autore sulla detective Erika Foster! U_U