“Il giovanotto alto si voltò. – Trenta secondi, è chiaro? – disse. Aveva gli occhi d’un invasato. Ormai, soltanto una cosa era importante per lui.
Attraversò di corsa il ponte, sparando. E gli altri si affrettarono a seguirlo nella tana del leone. L’appartamento aveva subito un impatto spaventoso. Tutti i mobili erano accatastati contro una parete. Tv, sedie, un robot domestico…ogni cosa ridotta a poco più che un ammasso di cavi e pezzi di metallo.
Gli inquilini non se l’erano cavata meglio. Minimo una dozzina di uomini, donne e bambini erano ammucchiati in un angolo in un groviglio di gambe e braccia. E i Predatori si libravano su di loro come mosche su una carogna, risucchiandone avidi la forza vitale.
I dubbi di Cosmo svanirono. Puntò la sparalampi sulla creatura blu più vicina e schiacciò il pulsane rosso. L’arma rinculò appena, neanche fosse un giocattolo, ma l’effetto fu tutt’altro che giocoso. La scarica incendiò l’aria al suo passaggio, affondando nel corpo del Predatore che l’assorbì totalmente, senza trasmettere una sola scintilla alla sua vittima. Proprio quell’avidità fu la sua fine. La scarica lo gonfiò oltre ogni limite, facendolo esplodere in una dozzina di globi scintillanti.
Soltanto Idem non sparava, ma in compenso si adoperava a are tutto il possibile per i feriti. Ricucì tagli vari, disinfettò ferite, versò sciroppo antidolorifico ella gola di chi era ancora cosciente. Per alcuni era troppo tardi.
Idem posò la mano sul petto di un uomo anziano. – La paura – disse tristemente. – Ucciso dalla paura.
Metà ninja e metà pistolera, Monia infilava una scarica dopo l’altra nelle creature blu. Nel giro di pochi istanti la stanza sussultante fu piena di bolle blu che s’innalzarono verso il soffitto e lo attraversarono con uno sfrigolio elettrico.
Cosmo continuò a sparare, I Supernaturalisti avevano ragione. Le creature blu rubavano la vita di quei poveracci, e lui non aveva mai saputo niente! Non li aveva mai visti. Come potevano sconfiggere avversari del genere?
Monia comparve alle sue spalle, il mento bruciacchiato dalle scariche. – Su col morale, Cosmo. Hai appena salvato una vita.”
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