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  • Recensione / Review Party

    Poirot a Styles Court, di Agatha Christie

    Buongiorno Lettori! Ieri è arrivata in libreria la ristampa di uno dei più celebri romanzi di Agatha Christie, ovvero POIROT A STYLES COURT, il libro che l’autrice scrisse dopo essere stata sfidata dalla sorella maggiore a scrivere un giallo pubblicabile, e lo stesso libro che aprì le danze alla saga dell’investigatore Hercule Poirot. Un uscita che quest’anno compie 100 anni e non si poteva far altro che festeggiarla con una nuova ed arricchita edizione e un bel review party!

    La mia recensione la trovate più sotto, con qualche curiosità in più, nel frattempo vi lascio il banner dell’evento con i blog partecipanti…

    Evento organizzato da Raffaella del blog Reading’s Love, che ringrazio insieme alla casa editrice che ha fornito la copia del libro per la recensione. Di seguito trovate la scheda libro con qualche dettaglio pratico e subito dopo la mia recensione! 😉

    TITOLO Poirot a Styles Court
    AUTORE Agatha Christie
    EDITORE Mondadori
    PAGINE 228
    DATA DI USCITA 16 Giugno 2020 (ristampa)
    PRIMA PUBBLICAZIONE Ottobre 1920
    CARTACEO 13.00 €  |  E-BOOK 7.99 €
    (CLICCA SULLA COPERTINA PER AVERE PIÙ DETTAGLI)

    Durante la Prima guerra mondiale, un giovane ufficiale inglese ferito al fronte, Arthur Hastings, viene ospitato per la convalescenza da un vecchio amico, John Cavendish. Il soggiorno nella residenza di campagna dei Cavendish nell’Essex, la lussuosa Styles Court, sarà però tutt’altro che tranquillo. La padrona di casa, matrigna di John, ha sposato un uomo di vent’anni più giovane, e i figliastri, scavalcati nell’eredità, sembrano tramare qualcosa. La governante è sicura che prima o poi la situazione possa precipitare e, in breve, la profezia si avvera. La padrona di Styles Court viene avvelenata e i sospetti si concentrano subito sui membri della famiglia. Per loro fortuna, in paese c’è un profugo belga dai grandi baffi, uno che di delitti se ne intende…

    Così nel 1920 il mondo scopriva il talento narrativo di Agatha Christie e faceva conoscenza con il suo detective, Hercule Poirot.  A cent’anni dalla pubblicazione, “Poirot a Styles Court” è qui accompagnato da “contenuti speciali”: il testo originale inviato all’editore del capitolo 12 (diverso da quello che sarebbe andato in stampa, come racconta l’introduzione di John Curran) e un curioso articolo della Christie sul suo rapporto con i veleni e sul loro ruolo nelle crime stories.

    RECENSIONE o perchè questo libro è da leggere! 😉

    La prima cosa da sapere su questo libro è che la Christie lo scrisse dopo essere stata sfidata dalla sorella maggiore a “scrivere un giallo pubblicabile”, sfida che accettò concludendo il libro nel 1915. Solo nel 1920 però fu pubblicato ed ebbe subito un buon successo. I motivi sono molteplici, a partire dal contesto della storia: i romanzi polizieschi dell’epoca erano ambientati in dimore di campagna, con protagonisti che non lavoravano, ma vivevano di rendita e patrimoni di famiglia, perchè si pensava che solo i delitti commessi dalle “persone bene” potessero interessare il pubblico, e in effetti avevano un gran seguito questi racconti.

    Ma moltissimi libri del genere all’epoca avevano questa ambientazione, quindi cosa ne garantì il successo?

    Ma Poirot, ovviamente. Ispirandosi al suo amato Sherlock Holmes, la Christie inserì il personaggio di Hercule Poirot che si distingue tuttavia moltissimo da Holmes. Poirot è sì un personaggio acuto, che vede particolari che altri non notano, che riesce a collegare gli indizi in maniera perfetta nella linea temporale, spaziale e comportamentale rispetto ai personaggi coinvolti, ma è anche un personaggio buffo. Un personaggio unico anche nell’aspetto e nella parlata, per nulla piacente, ma curioso. Caratteri che non danno certo profondità al personaggio, spesso bidimensionale in effetti, ma tutti aspetti che si fondono bene con una storia esasperata, in cui ogni protagonista ha un modo di parlare differente e ben rimarcato, in cui ogni tassello e dettaglio della storia di cui veniamo a conoscenza ha un significato che porterà il celebre investigatore belga alla soluzione dell’enigma.

    Tutti aspetti che ci vengono raccontati in questo libro da quello che diventerà il suo fido assistente, ovvero il Capitano Hastings, una voce narrante spesso ingenua, che ci permette di sentirci in qualche modo superiori, appagando quel bisogno di arrivare alla soluzione per primi che un qualsiasi giallo scatena nel lettore.

    Questa competizione ovviamente è persa in partenza con Poirot, ma soprattutto con la Christie, perchè ciò che l’autrice ci mostra sono indizi che saranno essenziali per arrivare alla soluzione, ma saranno raccontati in modo tale da distrarci dal loro vero significato.

    Questo è uno dei caratteri principali che rendono il meccanismo dei romanzi gialli di Agatha Christie incredibilmente intrigante, perchè come lettori sappiamo che nell’enigma c’è sempre qualche tranello posto dall’autrice, fatto che trasforma la lettura in un vero e proprio rebus, quasi come fosse un gioco e dandogli un ulteriore carattere di intrattenimento.

    Un carattere accentuato dalla struttura del romanzo, che si ripeterà ancora e ancora in ogni libro di Agatha Christie, ovvero quella struttura “a Cluedo” come mi piace definirla. L’autrice presenta nei primi due capitoli tutti i personaggi, conosciamo subito tutte le pedine del gioco, e descrive in modo dettagliato la struttura della dimora, dei luoghi in cui avverrà il delitto, ed ecco il tabellone su cui giocare.

    Un’introduzione che ci permette già di fare alcune teorie sui comportamenti e i moventi dei diversi personaggi, addirittura cercando di capire chi sarà la vittima, spesso prevedibile. Ma di prevedibile non ci sarà null’altro, perchè ogni indizio ci porterà a nuove teorie, nuovi colpevoli, con la sola certezza che chi lo sembra davvero, spesso non lo è.

    Un primo libro che si dimostra all’altezza della successiva produzione letteraria di Agatha Christie, che ci mostrerà non solo la sua capacità di creare meccanismi chiari ma enigmatici, ma anche di saper scherzare, giocare con i personaggi e persino con il lettore.

    In realtà un libro che ci svela anche qualche punto fisso dell’autrice, come l’amore per Sherlock Holmes, la conoscenza dei veleni o almeno il fascino di quelle boccette che ogni giorno la Christie poteva provare mentre lavorava al dispensario dell’ospedale della Croce Rossa, e infine c’è un richiamo anche alla sua abitazione dell’epoca, ovvero casa Styles, dove viveva con il suo primo marito, il Colonnello Christie.

    Una storia quindi che ci racconta moltissimo, che tira fuori l’investigatore che c’è in ogni lettore, che stimola la curiosità, che si lascia “divorare” in poche ore proprio per il desiderio di venire a capo dell’enigma, di leggere finalmente il resoconto di Poirot con il quale ci renderà partecipi del suo acume. Un libro, POIROT A STYLES COURT, che merita una lettura da chiunque ami il genere giallo, e soprattutto da chi ha amato anche un solo libro di Agatha Christie, che abbia avuto protagonista Poirot o meno.

    Il valore aggiunto di questa nuova edizione è che oltre ad una nuova grafica di copertina, ha dei contenuti speciali unici, ovvero il testo originale inviato all’editore del capitolo 12 (diverso da quello che sarebbe andato in stampa, come racconta l’introduzione di John Curran) e un curioso articolo della Christie sul suo rapporto con i veleni e sul loro ruolo nelle crime stories.

    Una lettura che non potevo recensire come ogni altra, perchè come avrete capito, la Christie è la mia ancora di lettura, quell’autrice che mi “guarisce” ogni volta che ho un malumore o un malanno, che mi fa passare il blocco del lettore e che mi svolta una giornata no in una più sopportabile… Insomma, sono legata a questi libri in modo indissolubile e questo in particolare è un romanzo giallo che mostra tutto ciò che l’autrice è in grado di fare, capacità che a mio avviso rendono i suoi libri geniali e senza tempo!

    franci
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