Prima Fondazione, di Isaac Asimov

PRIMA FONDAZIONE, o Cronache della Galassia, è una vera e propria cronaca di ciò che accade nell’angolo di galassia dove ha il via la Fondazione. Dopo un’introduzione iniziale su come nasce la Fondazione e sul ruolo di Hari Sledon nella sua creazione, ci troviamo a compiere di epoca in epoca dei salti temporali, sempre più nel futuro che il grande matematico che abbiamo conosciuto nella duologia prequel ha previsto per la Galassia e per l’Impero.

Un avvicendarsi di situazioni sociali, politiche e religiose che vanno a delineare un’ambientazione e un contesto estremamente vasti, ma anche prevedibili. Una situazione che vediamo evolvere, un salto temporale dopo l’altro, attraverso le 4 parti che compongono il libro.

Nella prima parte, come detto, conosciamo Hari Seldon e vediamo la premessa alla Fondazione. Dopodiché le tre parti successive comprendono ognuna epoche e protagoniste diverse, situazioni che vanno assimilandosi l’un l’altra, in un susseguirsi di scontri, equilibri politici e nuovi ordini.

Un racconto attraverso il quale conosciamo la naturale evoluzione di un’umanità che sta perdendo la sua conoscenza e la sua civiltà, ma che contemporaneamente fa di tutto per rimanere attaccata ai sistemi di poteri tipici della sua natura sociale. La verità è che Asimov ci racconta una labirintica storia sfiorando a mala pena i fatti essenziali, mostrandoci le scene decisive, ma senza scendere nel dettaglio di quelle culture e quelle rivoluzioni che una dopo l’altra vanno a sostituire la prima ragion d’essere della Fondazione.

Un libro quindi che esplora le dinamiche umane, i meccanismi di potere, gli intrighi delle singole epoche che attraversiamo di questo mondo letterario, ma senza permettere al lettore di sentire un vero e proprio coinvolgimento, se non per la stessa storia della Galassia.

In questo volume è la Galassia l’unico punto fermo che andrà a presentarsi in ogni parte del libro, motivo per cui cambiando i personaggi e i punti di vista in modo così radicale, sarà difficile sentire un coinvolgimento come quello avvenuto nei due prequel alla trilogia, che invece seguivano principalmente le vicende di un personaggio, Hari Seldon, come fulcro dell’intero racconto e intreccio di trama.

Non sono infatti secondo me la trama o i personaggi ad essere la ragione di lettura di Prima Fondazione, ma proprio l’osservazione di quei comportamenti tipici umani, tra paure, credenze, speranze e desideri anche poco nobili, che caratterizzano l’avvicendarsi della narrazione, così come potrebbe accadere in qualsiasi altro contesto (reale o di fantasia). Una narrazione portata avanti quasi proprio come una cronaca, precisa, di quei momenti e quei nodi essenziali allo sviluppo di questo secondo impero.